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Le contorsioni degli svizzeri Equus
si attestano approssimativamente al crocevia tra suggestioni più
classicamente prog-post-rock e derive d'attitudine core. Il fatto che
il loro disco annoveri il nome di Bob Weston in sede di masterizzazione forse distoglie l'attenzione riguardo il fatto che "trattasi di opera prima". Per di più opera prima di pregevole fattura. Le tre lunghe tracce-suite che compongono Eutheria
sembrano parlare linguaggi diversi, ma con disinvoltura. Il loro
incedere marziale e matematico trova spesso un degno contraltare nel
generoso utilizzo di strumentazione "altra" rispetto al
canonico trinomio chitarra-basso-batteria. Nello specifico gli inserti
di mellotron e, soprattutto, di synth liquidi e gelidi danno al lavoro
la possibilità di alimentare un interessante gioco ad incastri che
oscilla tra le intuizioni più "slintiane" e quindi "istituzionalizzate" del post-rock e le derive più free, debitrici di sonorità a tratti, oserei dire, "Crimsoniane".
Naturalmente, come da copione, a farla da padrone è la dialettica tra
il "piano ed il "forte", tra ciò che necessita di accenti estremamente
marcati (soprattutto nelle partiture di basso) e ciò che in fondo
riesce ad esprimersi benissimo anche con pochissime note. Si tratta,
dunque, di un lavoro estremamente variegato, sfaccettato e solo
apparentemente di facile catalogazione. Un buon disco per orecchie di
"buona volontà".
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Equus' contorsions, from Switzerland, are next to cross classic prog-post-rock hypnotisms and drifts of a certain core attitude. The fact You read notes writing about Bob Weston in mastering, maybe let You forget this is a debut release. And excellently made, too. The three long suites in Eutheria
seem to speak different languages, but with nonchalance. Their martial
and mathematical phrasing often goes beyond, through some generous use
of alternative instruments than canonic trinomial
guitar-bass-drums. More in detail, inserts of mellotron and, overall,
liquid and gelid synth, give to everything the power to feed some
interesting shape puzzles, oscillating between some more slintian intuitions - that is the most institutional face in a post-rock frame, - and other more experimental solutions, somehow in debt, i would say, with particular Crimsonian
sonorities. Of course, by the book, it is the dialectic of "quiet and
storm" to take over, when it needs extremely marked out accents
(epecially along bass lines scores) as well as a few notes are enough
to express Their feeling. So, it is a work multicolored, prismatic and
only apparently of easy cataloguing. A good album for ears of good
will.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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20/03 Macerata @ Mount Echo 21/03 Ravenna @ Bronson (link prevendita) 22/03 Milano @ Spazio Teatro 89 - Bongo Joe night 23/03 Brescia @ Teatro Borsoni - Café Tassili
27/02 Genova @ Cinemino Ad Astra 28/02 Firenze @ Sala Vanni 27/03 Brescia @ Teatro Grande (duo con Emanuele Siniscalco) 28/03 Piangipane (Ra) @ Teatro Sociale 29/03 Bologna @ Efesto 04/04 Palermo @ Sponde Sonore, Cantieri culturali alla Zisa
a new performance by ANTONIO RAIA (sax e conduction) with: MAKOTO SATO (batteria) WALTER FORESTIERE (tamburo, organelle, oggetti e voce) CHRIS CORSANO (batteria estesa) ROBERTO-C. (disegni)
21/02 Napoli @ Auditorium Novecento 23/02 Meldola (FC) @ Area Sismica