Two other twin towns, ideally connected in a sound trip of L'Enfance Rouge.
Wiki says there's a place called Bar, located in Montenegro, and Bari, well, it is in southern Italy. L'Enfance Rouge's previous record, dated 2008, was Trapani - Halq Al Waady (cfr. discogs), and before that, Krško - Valencia (2005, discogs): do you remember that kid in elementary school who knew by heart the names of the most unlikely of cities in Eastern Europe? Well, maybe it was just that François Cambuzat who sat beside you.
Seemingly still following the path marked with the previous two albums - that is, a sound production cared by Fabio Magistrali and Fabio Giannotti, then released by Wallace records, - this new page from their trip diary - a trip driven more into the spirit of nomadism than for mere turism - goes through eight stops of a renewed bitter dissatisfaction and palpable tension: Grande-Survie, - sung by bassist Chiara Locardo, scratched voice like a witch casting a spell - finds out the light at the end of the tunnel to be a swarm of wasps, captured inside a jar of guitar loops; - it balances with the wild noise post-rock vibe of Gabes Le Soir (Maribor Le Matin) or Jadransko More, as well with abrasive marches (Vengadores (Tostaky/Le Continent), sung by Bertrand Cantat from Noir Dèsir) and whispered dynamics ready to blow up the house (Bada. Nothing. Niente. Gar Nicht. Rien).
Cambuzat rides the horse with Perquisitions and Wa Ana Lastou Ouroubyyan emboding the combat/clandestine attitude of his band armed with noise rock, and probably this is their best title so far, similar in spirit to their previous record, but with more focus for the impact and less left to disgressions.
PS. There's also a two 10'' vinyl disc version, released by Les Disques de Plomb.
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Altre due città gemellate, idealmente connesse in un viaggio nel suono de L'Enfance Rouge.
Wiki dice che c'è un posto chiamato Bar, locato in Montenegro, e Bari, beh, sapete do ve sta. Il precedente disco per L'Enfance Rouge, datato 2008, era Trapani - Halq Al Waady (cfr. discogs), e prima ancora, Krško - Valencia (2005, discogs): vi ricordate quel bambino, compagno di banco, che sapeva a memoria i nomi di tutte le più improbabili città dell'est Europa? Forse era proprio François Cambuzat che vi sedeva accanto.
Apparentemente ancora sulla riga segnata dai precedenti due album - ovvero una produzione dei suoni curata da Fabio Magistrali e Fabio Giannotti, poi il tutto pubblicato dalla Wallace records, - questa nuova pagina dal loro diario di viaggio - un errare guidato più da uno spirito di nomadismo che da mero turismo, - scorre attraverso otto fermate di una rinnovata amara insoddisfazione, nonchè palpabile tensione: Grande-Survie, - cantata dalla bassista Chiara Locardo, voce graffiata come quella di una strega che lancia un incantesimo, - scopre che la luce alla fine del tunnel è uno sciame di vespe catturato in un barattolo di loop di chitarra; - si bilancia con vibe selvaggio noise post-rock (Gabes Le Soir (Maribor Le Matin) e Jadransko More), e marce abrasive (Vengadores (Tostaky/Le Continent), cantata da Bertrand Cantat dei Noir Dèsir), o con dinamiche sussurrate preludio di grandi esplosioni (Bada. Nothing. Niente. Gar Nicht. Rien).
Cambuzat cavalca il cavallo con Perquisitions e Wa Ana Lastou Ouroubyyan, in una serie di battaglie dall'attitudine clandestina propria della sua band, armata però di noise rock più che d'altro, e probabile questo è il loro disco più riuscito, similare nello spirito con i precedenti, ma con più fuoco per l'impatto e quindi meno digressioni.
PS. C'è anche una versione su doppio vinile, pubblicata da Les Disques de Plomb.
Wiki says there's a place called Bar, located in Montenegro, and Bari, well, it is in southern Italy. L'Enfance Rouge's previous record, dated 2008, was Trapani - Halq Al Waady (cfr. discogs), and before that, Krško - Valencia (2005, discogs): do you remember that kid in elementary school who knew by heart the names of the most unlikely of cities in Eastern Europe? Well, maybe it was just that François Cambuzat who sat beside you.
Seemingly still following the path marked with the previous two albums - that is, a sound production cared by Fabio Magistrali and Fabio Giannotti, then released by Wallace records, - this new page from their trip diary - a trip driven more into the spirit of nomadism than for mere turism - goes through eight stops of a renewed bitter dissatisfaction and palpable tension: Grande-Survie, - sung by bassist Chiara Locardo, scratched voice like a witch casting a spell - finds out the light at the end of the tunnel to be a swarm of wasps, captured inside a jar of guitar loops; - it balances with the wild noise post-rock vibe of Gabes Le Soir (Maribor Le Matin) or Jadransko More, as well with abrasive marches (Vengadores (Tostaky/Le Continent), sung by Bertrand Cantat from Noir Dèsir) and whispered dynamics ready to blow up the house (Bada. Nothing. Niente. Gar Nicht. Rien).
Cambuzat rides the horse with Perquisitions and Wa Ana Lastou Ouroubyyan emboding the combat/clandestine attitude of his band armed with noise rock, and probably this is their best title so far, similar in spirit to their previous record, but with more focus for the impact and less left to disgressions.
PS. There's also a two 10'' vinyl disc version, released by Les Disques de Plomb.
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Altre due città gemellate, idealmente connesse in un viaggio nel suono de L'Enfance Rouge.
Wiki dice che c'è un posto chiamato Bar, locato in Montenegro, e Bari, beh, sapete do ve sta. Il precedente disco per L'Enfance Rouge, datato 2008, era Trapani - Halq Al Waady (cfr. discogs), e prima ancora, Krško - Valencia (2005, discogs): vi ricordate quel bambino, compagno di banco, che sapeva a memoria i nomi di tutte le più improbabili città dell'est Europa? Forse era proprio François Cambuzat che vi sedeva accanto.
Apparentemente ancora sulla riga segnata dai precedenti due album - ovvero una produzione dei suoni curata da Fabio Magistrali e Fabio Giannotti, poi il tutto pubblicato dalla Wallace records, - questa nuova pagina dal loro diario di viaggio - un errare guidato più da uno spirito di nomadismo che da mero turismo, - scorre attraverso otto fermate di una rinnovata amara insoddisfazione, nonchè palpabile tensione: Grande-Survie, - cantata dalla bassista Chiara Locardo, voce graffiata come quella di una strega che lancia un incantesimo, - scopre che la luce alla fine del tunnel è uno sciame di vespe catturato in un barattolo di loop di chitarra; - si bilancia con vibe selvaggio noise post-rock (Gabes Le Soir (Maribor Le Matin) e Jadransko More), e marce abrasive (Vengadores (Tostaky/Le Continent), cantata da Bertrand Cantat dei Noir Dèsir), o con dinamiche sussurrate preludio di grandi esplosioni (Bada. Nothing. Niente. Gar Nicht. Rien).
Cambuzat cavalca il cavallo con Perquisitions e Wa Ana Lastou Ouroubyyan, in una serie di battaglie dall'attitudine clandestina propria della sua band, armata però di noise rock più che d'altro, e probabile questo è il loro disco più riuscito, similare nello spirito con i precedenti, ma con più fuoco per l'impatto e quindi meno digressioni.
PS. C'è anche una versione su doppio vinile, pubblicata da Les Disques de Plomb.
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