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That Noise from the Cellar

w/ Larsen Lombriki + Stimmung Blend

https://www.inkoma.com/k/1263

live @ traffic, roma, 15 novembre 'o6, ingr. 3€.

 | pall youhideme
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video: That Noise from the Cellar - Speak (mp4, 15mb, ma non si vede niente)

beh, dopo l'ascolto di Cani dei That Noise from the Cellar (vedi passata komarecensio) non potevo mancare al concerto al traffic. Una sessantina di persone, per lo + amici di amici (il solito problema del traffic, cioè non ci vai per caso tanto per vedere cosa fanno, mi sbaglio?), le solite facce indie. I Noise from the Cellar salgono su palco e l'ampli di Antonio, il chitarrista non smette un attimo di fischiare, - qualcuno mi dice che a lui piace cosí, a me un pò meno, ma attendo con ansia di sentire se dal vivo sanno rifare quell'ottimo noise o meno, mi faccio coraggio. Volume delle voci quasi a zero o sono diventato io sordo, o il tipo al mixer pensava ad altro. Cmq sono diventato più sordo per i fischi dell'ampli della chitarra. Malgrado ciò i Loro pezzi vanno uno dietro l'altro in acido, eccellenti nonostante i limiti audio, mi sarebbe piaciuto ballare o pogare, ma checcazzo, non c'era abbastanza gente per ammucchiarsi, o forse, semplicemente i Nostri non sono americani e nemmeno svizzeri, quindi pogo no. In ogni modo, tutti applaudono, almeno quello per un'ottima ondata noise rancido. I Larsen Lombriki sono dei pazzi trentenni che mischiano pose teatrali nonsense ad ambient elettronico sperimentale, con parti di voce in tedesco (o pronunciate al contrario, non ho ben capito): quando si avvicinano al palco sembrano una ditta di traslochi, - si portano tanto di tavolini rubati alla trattoria + vicina, e li apparecchiano con strumenti giocattolo, gingilli rubati alla vostra scrivania, oltre che synth, tastiere e altri apparecchi analogici. Al tipo che suonava anche il sax, amabilmente si vedeva spuntare fuori un ranocchio dall'ottone, e da dietro gli occhiali da sole due occhi finti (credo); c'era poi chi indossava i pantacollant della madre, e un altro vestito da valchiria: una sorta di village people sperimentale. Carina la tastiera che si arrotolova. - Me ne stavo per andare a casa quando invece salgono su palco gli Stimmung Blend, in due, uno con una bontempi collegata ad una serie di effetti, e l'altro con una valigetta piena di circuiti, pedali, collegati ad una gibson usata quasi come cavia in una sala operatoria: la teneva appoggiata sul tavolino, gli applicava i ferri, e tutto si traduceva in un continuo ronzio spettrale e tantrico, un crescendo quasi esoterico di due suite di tipo 20min, un droning infinito giocando sui pickup della seicorde e il buzz distorto della tastiera. Gran cosa, un pò fine a sé stesso, ma ottimo.

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